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Il riempimento della Grotta “Vascio o’ Funno” (Loc. Matermania – Capri) / Gruppo Speleologico CAI Napoli in Notiziario Sezionale CAI Napoli, (giugno 1976)
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Documento elettronico
full_text_GSCAI_Napoli_Grotta_Vascio_o_Funno.pdfAdobe Acrobat PDFStorie della speleobiologia: la ricerca delle grotte ossifere / Lamberto Laureti in Memorie dell'Istituto italiano di Speleologia, 29 (maggio 2015)
[articolo]
Titolo : Storie della speleobiologia: la ricerca delle grotte ossifere Tipo di documento: materiale a stampa Data di pubblicazione: 2015 Articolo nella pagina: pp. 522-534 Lingua : Italiano (ita)
in Memorie dell'Istituto italiano di Speleologia > 29 (maggio 2015) . - pp. 522-534Classificazione: SPELEOARCHEOLOGIA E PALEONTOLOGIA Sommario: Prendendo spunto da un accenno fatto nel corso di una relazione presentata all'ultimo Congresso Nazionale di Speleologia svoltosi a Trieste nel 2011, l'autore del presente contributo ricostruisce l'evoluzione storica dello studio delle caverne ossifere in cui si incrociano esigenze proprie della paleozoologia e gli aspetti di una speleologia ancora priva di una sua compiuta identità. Il rinvenimento, fin dall'antichità classica, di resti scheletrici all'interno di cavità naturali, facilmente accessibili e ad andamento prevalentemente orizzontale, può considerarsi come verosimile motivo di convinzione che le cavità naturali fossero rifugio non solo di animali di grossa taglia, prevalentemente mammiferi, ma anche di individui umani e di esseri dotati di particolari attributi. Ne è conseguita la nascita di quello che può definirsi il “mito dei ciclopi” unitamente alla credenza del cosiddetto “uomo delle caverne” la cui persistenza è durata fino a tempi relativamente recenti. Nel presente contributo (che non può certamente considerarsi esaustivo di un argomento affascinante certamente ma alquanto complesso) sono esaminate alcune regioni europee le cui cavità sotterranee hanno fornito i ritrovamenti fossiliferi di maggiore interesse, unitamente agli studiosi e ai ricercatori più attivi, come l'inglese BUCKLAND, il francese RIVIÈRE, gli italiani CAPELLINI e ISSEL e molti altri.
Abstract
ABOUT SPELEO-BIOLOGICAL STORIES: SEARCHING FOR OSSIFEROUS CAVERNS - With reference to a paper presented at the last National Meeting of Speleology, the Author goes along the historical evolution of the studies about the ossiferous caverns in which both paleo-zoological requirements and the aspects of a not well definable speleology are intersected. Finding ossiferous remains, since the ancient times, inside easily accessible and horizontal cavities may have for sure favoured the belief that they were haunt not only for big mammals but also for human beings. As a result of that it is possible to explain the rise of the “Cyclopes mith”, but also an idea of the image of “cavernicolous men” persisted until recent times. In this paper (surely not exhaustive about a fascinating but very complex subject) the main ossiferous caverns of some European regions are inspected together with the more important scientists and researchers, as the English BUCKLAND, the French RIVIÈRE, the Italian CAPELLINI and ISSEL and many others.Permalink : /pmb/opac_css/index.php?lvl=notice_display&id=2657 [articolo] Storie della speleobiologia: la ricerca delle grotte ossifere [materiale a stampa] . - 2015 . - pp. 522-534.
Lingua : Italiano (ita)
in Memorie dell'Istituto italiano di Speleologia > 29 (maggio 2015) . - pp. 522-534Classificazione: SPELEOARCHEOLOGIA E PALEONTOLOGIA Sommario: Prendendo spunto da un accenno fatto nel corso di una relazione presentata all'ultimo Congresso Nazionale di Speleologia svoltosi a Trieste nel 2011, l'autore del presente contributo ricostruisce l'evoluzione storica dello studio delle caverne ossifere in cui si incrociano esigenze proprie della paleozoologia e gli aspetti di una speleologia ancora priva di una sua compiuta identità. Il rinvenimento, fin dall'antichità classica, di resti scheletrici all'interno di cavità naturali, facilmente accessibili e ad andamento prevalentemente orizzontale, può considerarsi come verosimile motivo di convinzione che le cavità naturali fossero rifugio non solo di animali di grossa taglia, prevalentemente mammiferi, ma anche di individui umani e di esseri dotati di particolari attributi. Ne è conseguita la nascita di quello che può definirsi il “mito dei ciclopi” unitamente alla credenza del cosiddetto “uomo delle caverne” la cui persistenza è durata fino a tempi relativamente recenti. Nel presente contributo (che non può certamente considerarsi esaustivo di un argomento affascinante certamente ma alquanto complesso) sono esaminate alcune regioni europee le cui cavità sotterranee hanno fornito i ritrovamenti fossiliferi di maggiore interesse, unitamente agli studiosi e ai ricercatori più attivi, come l'inglese BUCKLAND, il francese RIVIÈRE, gli italiani CAPELLINI e ISSEL e molti altri.
Abstract
ABOUT SPELEO-BIOLOGICAL STORIES: SEARCHING FOR OSSIFEROUS CAVERNS - With reference to a paper presented at the last National Meeting of Speleology, the Author goes along the historical evolution of the studies about the ossiferous caverns in which both paleo-zoological requirements and the aspects of a not well definable speleology are intersected. Finding ossiferous remains, since the ancient times, inside easily accessible and horizontal cavities may have for sure favoured the belief that they were haunt not only for big mammals but also for human beings. As a result of that it is possible to explain the rise of the “Cyclopes mith”, but also an idea of the image of “cavernicolous men” persisted until recent times. In this paper (surely not exhaustive about a fascinating but very complex subject) the main ossiferous caverns of some European regions are inspected together with the more important scientists and researchers, as the English BUCKLAND, the French RIVIÈRE, the Italian CAPELLINI and ISSEL and many others.Permalink : /pmb/opac_css/index.php?lvl=notice_display&id=2657 L'uomo e le acque sotterranee delle grotte di Pertosa. Storia di un rapporto plurimillenario. / Felice Larocca in Atti di Convegno, (2-4 giugno 2017)
[articolo]
Titolo : L'uomo e le acque sotterranee delle grotte di Pertosa. Storia di un rapporto plurimillenario. Tipo di documento: materiale a stampa Data di pubblicazione: 2017 Articolo nella pagina: pp. 113-119 Lingua : Italiano (ita)
in Atti di Convegno > (2-4 giugno 2017) . - pp. 113-119Classificazione: AREA GEOGRAFICA:EUROPA:Italia:Campania (Avellino; Benevento; Caserta; Napoli; Salerno)
AREE ITALIANE DI INTERESSE SPELEOLOGICO:CAMPANIA:Monti Alburni
SPELEOARCHEOLOGIA E PALEONTOLOGIASommario: Riassunto
Chiunque in passato sia penetrato nell‟antro d‟ingresso delle Grotte di Pertosa non ha potuto sottrarsi alla straordinaria suggestione esercitata dal corso d‟acqua che vi scorre all‟interno, proveniente da oscure e misteriose profondità. A partire dal Cinquecento, e poi nei secoli successivi, diversi autori hanno variamente “ritratto” la cavità con scritti e disegni: sempre, in ciascuna testimonianza, l‟acqua appare come l‟elemento peculiare dell‟emergenza sotterranea. Andando a ritroso nel tempo, peraltro, il torrente ipogeo appare chiaramente contraddistinto da valenze sacrali: così in epoca medievale, allorché nell‟antegrotta si insedia un culto dedicato all‟Arcangelo Michele; e così in età greco-romana e, precedentemente, durante la protostoria, quando le acque ipogee diventano oggetto di specifiche pratiche di culto. Ancora agli inizi del Novecento, prima che la grotta si avviasse a divenire una rinomata cavità turistica, è sempre l‟acqua ad attrarre l‟attenzione dell‟uomo, questa volta interessato ad un suo sfruttamento per ricavarne energia elettrica.
Abstract
Anyone who in the past ventured in the cave of Grotte di Pertosa has been fascinated by the suggestion of the underground river that flows within it, from dark and mysterious depths. From the sixteenth century, and then in later centuries, several authors described the cavity with written works and drawings: in every work, water appears always as the distinctive element of the cave. Moreover, going back in time, the underground stream had a clear sacred value: in the Middle Ages a cult dedicated to the Archangel Michael was set up in the "antegrotta"; the same was during the Greek-Roman age and previously, during the proto-history, when underground water becomes subject to specific religious practices. Still at the beginning of the twentieth century, before the cave turned into a popular tourist site, people's attention was attracted by the underground water, this time interested in its exploitation to obtain electricity.Permalink : /pmb/opac_css/index.php?lvl=notice_display&id=3354 [articolo] L'uomo e le acque sotterranee delle grotte di Pertosa. Storia di un rapporto plurimillenario. [materiale a stampa] . - 2017 . - pp. 113-119.
Lingua : Italiano (ita)
in Atti di Convegno > (2-4 giugno 2017) . - pp. 113-119Classificazione: AREA GEOGRAFICA:EUROPA:Italia:Campania (Avellino; Benevento; Caserta; Napoli; Salerno)
AREE ITALIANE DI INTERESSE SPELEOLOGICO:CAMPANIA:Monti Alburni
SPELEOARCHEOLOGIA E PALEONTOLOGIASommario: Riassunto
Chiunque in passato sia penetrato nell‟antro d‟ingresso delle Grotte di Pertosa non ha potuto sottrarsi alla straordinaria suggestione esercitata dal corso d‟acqua che vi scorre all‟interno, proveniente da oscure e misteriose profondità. A partire dal Cinquecento, e poi nei secoli successivi, diversi autori hanno variamente “ritratto” la cavità con scritti e disegni: sempre, in ciascuna testimonianza, l‟acqua appare come l‟elemento peculiare dell‟emergenza sotterranea. Andando a ritroso nel tempo, peraltro, il torrente ipogeo appare chiaramente contraddistinto da valenze sacrali: così in epoca medievale, allorché nell‟antegrotta si insedia un culto dedicato all‟Arcangelo Michele; e così in età greco-romana e, precedentemente, durante la protostoria, quando le acque ipogee diventano oggetto di specifiche pratiche di culto. Ancora agli inizi del Novecento, prima che la grotta si avviasse a divenire una rinomata cavità turistica, è sempre l‟acqua ad attrarre l‟attenzione dell‟uomo, questa volta interessato ad un suo sfruttamento per ricavarne energia elettrica.
Abstract
Anyone who in the past ventured in the cave of Grotte di Pertosa has been fascinated by the suggestion of the underground river that flows within it, from dark and mysterious depths. From the sixteenth century, and then in later centuries, several authors described the cavity with written works and drawings: in every work, water appears always as the distinctive element of the cave. Moreover, going back in time, the underground stream had a clear sacred value: in the Middle Ages a cult dedicated to the Archangel Michael was set up in the "antegrotta"; the same was during the Greek-Roman age and previously, during the proto-history, when underground water becomes subject to specific religious practices. Still at the beginning of the twentieth century, before the cave turned into a popular tourist site, people's attention was attracted by the underground water, this time interested in its exploitation to obtain electricity.Permalink : /pmb/opac_css/index.php?lvl=notice_display&id=3354 L'uomo e le grotte. Grotta di Pertosa: l'insediamento preistorico tra storia delle ricerche e deposito archeologico. / Alessia Fuscone in Atti di Convegno, (2-4 giugno 2017)
[articolo]
Titolo : L'uomo e le grotte. Grotta di Pertosa: l'insediamento preistorico tra storia delle ricerche e deposito archeologico. Tipo di documento: materiale a stampa Data di pubblicazione: 2017 Articolo nella pagina: pp. 127-135 Lingua : Italiano (ita)
in Atti di Convegno > (2-4 giugno 2017) . - pp. 127-135Classificazione: AREA GEOGRAFICA:EUROPA:Italia:Campania (Avellino; Benevento; Caserta; Napoli; Salerno)
AREE ITALIANE DI INTERESSE SPELEOLOGICO:CAMPANIA:Monti Alburni
SPELEOARCHEOLOGIA E PALEONTOLOGIASommario: Riassunto
Il contributo che si presenta ha per oggetto la ricostruzione delle fasi della ricerca nel periodo fine ottocento e inizio Novecento di Grotta Pertosa, contesto importante anche sotto il profilo archeologico. Essa infatti figura tra le principali cavità carsiche della Campania, ma occupa anche un posto rilevante nel panorama archeologico per l‟eccezionalità dell‟evidenze. Risulta, essere, infatti, l‟unico insediamento preistorico in grotta con strutture palafitticole. La peculiarità del sito salernitano ha da sempre suscitato l‟attenzione di viaggiatori e studiosi, ma l‟interesse archeologico si è sviluppato solo a partire dal 1898, anno della scoperta. I problemi principali circa l‟interpretazione del contesto discendono dalla complessa vicenda delle operazioni di scavo, imprecise e disorganiche e caratterizzate dalla sovrapposizione di tre interventi, effettuati in un breve lasso temporale dal Professor Paolo Carucci e dall‟Ispettore Giovanni Patroni, che sono stati ricostruiti in maniera puntuale attraverso l‟incrocio dei dati bibliografici e d‟archivio.
Abstract
This contribution describes the reconstruction of the archeological investigations in the "Grotta di Pertosa" during the late nineteenth century and early twentieth century, that is considered very important also for archaeological aspects. The "Grotta di Pertosa" archaeological site is one of the main karst cavities of the Campania region and they are classified as one of the most relevant in their category thanks to their peculiarities. In fact, it‟s the only one in the archaeological literature hosting prehistoric settlement with pile-dwelling structures. These peculiarities have always interested researchers and travellers even if the archaeological aspect has risen since the 1898, when archaeological investigations started. The main problems about the archaeological interpretation derive from the complex story of the excavation operations. Indeed, they were inaccurate and ineffective since the overlap of three different operations. These different archaelogical digs were performed into a short time by Paolo Carucci and Giovanni Patroni. The time-scale of these operations were finely unravelled through an archaeological literature and dig data comparison.Permalink : /pmb/opac_css/index.php?lvl=notice_display&id=3356 [articolo] L'uomo e le grotte. Grotta di Pertosa: l'insediamento preistorico tra storia delle ricerche e deposito archeologico. [materiale a stampa] . - 2017 . - pp. 127-135.
Lingua : Italiano (ita)
in Atti di Convegno > (2-4 giugno 2017) . - pp. 127-135Classificazione: AREA GEOGRAFICA:EUROPA:Italia:Campania (Avellino; Benevento; Caserta; Napoli; Salerno)
AREE ITALIANE DI INTERESSE SPELEOLOGICO:CAMPANIA:Monti Alburni
SPELEOARCHEOLOGIA E PALEONTOLOGIASommario: Riassunto
Il contributo che si presenta ha per oggetto la ricostruzione delle fasi della ricerca nel periodo fine ottocento e inizio Novecento di Grotta Pertosa, contesto importante anche sotto il profilo archeologico. Essa infatti figura tra le principali cavità carsiche della Campania, ma occupa anche un posto rilevante nel panorama archeologico per l‟eccezionalità dell‟evidenze. Risulta, essere, infatti, l‟unico insediamento preistorico in grotta con strutture palafitticole. La peculiarità del sito salernitano ha da sempre suscitato l‟attenzione di viaggiatori e studiosi, ma l‟interesse archeologico si è sviluppato solo a partire dal 1898, anno della scoperta. I problemi principali circa l‟interpretazione del contesto discendono dalla complessa vicenda delle operazioni di scavo, imprecise e disorganiche e caratterizzate dalla sovrapposizione di tre interventi, effettuati in un breve lasso temporale dal Professor Paolo Carucci e dall‟Ispettore Giovanni Patroni, che sono stati ricostruiti in maniera puntuale attraverso l‟incrocio dei dati bibliografici e d‟archivio.
Abstract
This contribution describes the reconstruction of the archeological investigations in the "Grotta di Pertosa" during the late nineteenth century and early twentieth century, that is considered very important also for archaeological aspects. The "Grotta di Pertosa" archaeological site is one of the main karst cavities of the Campania region and they are classified as one of the most relevant in their category thanks to their peculiarities. In fact, it‟s the only one in the archaeological literature hosting prehistoric settlement with pile-dwelling structures. These peculiarities have always interested researchers and travellers even if the archaeological aspect has risen since the 1898, when archaeological investigations started. The main problems about the archaeological interpretation derive from the complex story of the excavation operations. Indeed, they were inaccurate and ineffective since the overlap of three different operations. These different archaelogical digs were performed into a short time by Paolo Carucci and Giovanni Patroni. The time-scale of these operations were finely unravelled through an archaeological literature and dig data comparison.Permalink : /pmb/opac_css/index.php?lvl=notice_display&id=3356